Storia

L’origine di questa tradizione del Bingata  non è esattamente nota ma la tecnica giunse ad Okinawa ( anticamente l’indipendente Regno di Ryukyu ) attraverso il commercio internazionale con la Cina, l’India e Java nei secoli XIV e XV.

Il Bingata era originariamente utilizzato principalmente per i kimono delle donne della  famiglia reale di Ryukyu e per quelle della classe sociale dei samurai. La famiglia reale vestiva bingata gialli, mentre i nobili portavano bingata blu chiaro; anche le persone comuni potevano indossare questo tipo di tessuto ma solo per celebrare una particolare longevità.

I principali disegni che venivano rappresentati sul tessuto erano i seguenti:

  • Udun-gata per i reali ed le famiglie dei guerrieri
  • Dounchi-gata per i guerrieri superiori
  • Shuri-gata per i guerrueri in generale
  • Wakashu-gata per i familiari dei guerrieri superiori
  • Ganji-gata per i bambini
  • Naha-gata e Tomari-gata per le persone normali e per la vendita al di fuori di Ryukyu ( Okinawa ).

I nobili usavano Bingata di crespo di seta ( seta con grinze minute ) ( Chirimen ) o raso  ( Rinzu ) con grandi disegni pittoreschi e ricchi di colori su uno sfondo bianco o colorato di un giallo leggero. La gente comune usava vestiti di cotone tinti con oboro-gata in 5 oppure 2 colori.

I Bingata vengono tuttora realizzati da numerosi artigiani di Okinawa seguendo le stesse tecniche ed utilizzando gli stessi materiali della tradizione: il design viene elaborato da ogni artigiano seguendo il proprio gusto (ma senza tradire la tradizione ) ed i Bingata risultano così sempre diversi ed attuali: naturalmente, essendo un prodotto artigianale, ogni tessuto è sostanzialmente un pezzo unico.